Ultime notizie dal mondo dei vivi (o quasi)

UPDATE:

Alla quarta cosa va aggiunto ‘gli addetti ai livori riescono a sorprenderti mandandoti regali che desideravi da un sacco di tempo e senza che tu li abbia chiesti’ (ciao, Bat, ti limono un po’ qui, che dal vivo non posso)

UPDATE 2

Sempre da aggiungere alla quarta cosa. Io ho la testa un po’ per aria, ma in questi giorni gente che ha la testa meno per aria di me mi ha ricordato che grazie a friendfeed è uscito qualcosa di bello. A parte le Schegge di liberazione, che erano in effetti bellissime ma a cui non ho fatto in tempo a partecipare, si son tirate fuori due raccolte di fantascienza, L’ennesimo libro della fantascienza e L'(n+1)esimo libro della fantascienza, in cui invece ci sono un paio di miei racconti. Di tutto ciò bisogna ringraziare quella gran bella persona che è il Many (insieme a Barabba Edizioni) e che io non ho mai conosciuto, e chissà che la sunnominata Bat non mi convinca ad andare a Carpi il 26 aprile di quest’anno, così lo vedo in faccia, lui e la famiglia che a quel punto dovrà essere aumentata.Va da sé che se non avete scaricato e letto né le Schegge né i libri della fantascienza siete delle gran brutte persone.  

Allora, è passato quasi un mese dall’ultimo post e nell’ultimo mese sono successe un po’ di cose.

La prima: sono tornata disoccupata. Non mi hanno rinnovato il contratto. Nessuna spiegazione, come al solito, ma l’aria era di ‘stanno arrivando poche chiamate, quindi lasciamo a casa la gente a caso’. Poi magari non era a caso e stavo sulle scatole a chi doveva decidere se rinnovare o meno, ma coi contratti di mese in mese non lo saprai mai, quindi sticazzi. Ecco, io vorrei dire un paio di paroline a Renzi, sulla storia del Jobs Act, tipo che se risolvesse anche la situazione di noi poveri imbecilli che devono stare a mendicare un mese di contratto in più con le agenzie interinali forse potrei smettere di pensare troppo male di lui, almeno per un 24 ore. Magari gli scrivo a matteo@governo.it

La seconda: il mio romanzo ha subito l’ennesimo colpo di grazia. Dopo che ha chiuso la casa editrice digitale che lo voleva pubblicare (cosa di cui sono ancora dispiaciuta, ciao, Annalisa, ti voglio bene lo stesso) mi è arrivato un massacro, pure se condito di cose buone, da un altro editore digitale che incidentalmente è uno dei miei editori digitali preferiti. Ora sto riflettendo seriamente sul mio futuro, ma ho la sensazione che le Rondini debbano cominciare a estinguersi, perché non mi riesce di stare dietro a una storia cominciata 17 o 18 anni fa. Cazzo, c’era ancora la Lega a governare a Milano, quando l’ho scritto. Ora governa in Lombardia, va bene, ma di tempo ne è passato un po’ tanto. Magari chiedo anche questo a Renzi, forse mi consiglia meglio.

La terza: è uscita la data dell’esame scritto per il patentino di guida turistica. Sarà il 6 maggio, all’Hotel Ergife, sull’Aurelia (parte opposta della città, state attenti voi che il 6 maggio volete fare l’Aurelia, saranno cazzi vostri). Quindi sto studiando e ho ripreso l’abitudine di andare in giro per musei, gratis, a pagamento, non importa. Datemi un museo che studio meglio sul posto. Ho deciso che prima o poi, approfittando della disoccupazione involontaria aprirò un ennesimo blog, dove riporterò i miei itinerari e i nanetti. Sì, ho scritto nanetti, non rompete gli zebedei. Sarà una buona idea? Per non saper né leggere né scrivere chiederò a Renzi pure questo, lui saprà consigliarmi di certo.

E infine, anche se non meno importante, la quarta. Il 9 aprile chiude friendfeed. La vostra risposta sarà sicuramente un sonoro ‘esticazzi non ce li metti?’, e vi posso capire. Pure io sarei tentata di rispondere allo stesso modo, senonché.

Friendfeed è stato un posto dove ho cominciato a scrivere in uno dei tanti periodi di crisi dovuta alla mancanza di occupazione, ho creato il primo account nel 2010, poi l’ho piallato nel 2012 in un momento di scazzo (non eravate voi, ero io), e l’ho riaperto qualche mese dopo, quando ho deciso che non dovevo per forza parlare con chiunque mi capitasse davanti e soprattutto che non era necessario accoltellare proprio tutti quanti. Poi, che io di fatto accoltelli ancora parecchia gente, è secondario.

Però su friendfeed ho conosciuto un sacco di persone che, strano a dirsi, in questi anni sono state presenti nei momenti buoni e soprattutto in quelli cattivi (che sono molti più dei buoni, a causa delle contingenze). Pure se qualcuno racconterà che era un posto pieno di addetti ai livori, cosa che in un certo senso è vera, gli stessi addetti ai livori non mancavano di incrociare le dita per te, senza nemmeno sapere per cosa chiedessi l’incrocio, quando ne avevi bisogno. Ti davano una pacca sulla spalla quando serviva, ti rispondevano a tono se era necessario (nella vita serve sempre qualcuno che ti risponde a tono quando è necessario, pure se pensate di no. Fidatevi), e poi a un certo punto, quando ho vinto la mia eterna ritrosia verso i contatti umani con persone che non conosco da almeno 10 anni, si sono addirittura materializzati. Sono diventati persone reali con cui vedersi quando sono a Roma o quando torno a Milano.

Alcuni sono stati presenti anche fisicamente quando avevo bisogno di uscire a prendere una sbronza, una di quelle robe che li mette nettamente dalla parte dell’Ordine della Fenice contro i Mangiamorte (tra l’altro con molti di loro se uso metafore prese da Harry Potter non c’è nemmeno bisogno di spiegare cosa sto dicendo, lo capiscono al volo, e pure questa è una cosa abbastanza fondamentale).

Poi a Roma chi sta su friendfeed con gli anni ha pure trovato un luogo fisico, la libreria Altroquando, che a pensarci bene è una delle cose più fighe che possono esserci sulla faccia della terra, avere un luogo fisico dove andare e vedersi in faccia quando parli tutti i giorni o quasi con persone virtuali sull’internet (ciao, Maestro, vedi di rimanere lì fino alla pensione). Tutti quelli che stanno su friendfeed e passano da Roma prima o poi vanno all’Altroquando, l’Altroquando sta a friendfeed come la Rotonda sta a Roma.

E all’Altroquando l’11 di aprile si troveranno un bel po’ di persone a salutarsi per festeggiare la chiusura. Non mi va di scrivere ‘la fine’. Qualcuno un questi giorni ha detto che i social network li fanno le persone. Ed è vero. Se la gente non ha voglia di perdersi, non si perde nemmeno dopo anni e anni.

Questo lo posso garantire con certezza. Tra le mie migliori amiche ci sono alcune delle mie compagne delle superiori e dell’oratorio, che continuo a rivedere cocciutamente ogni volta che torno a Milano, nonostante tutte quante ormai si abbia una vita e a volte un marito e dei figli.

Quindi io non sto piangendo lacrime amare per la fine di un posto dove ho incontrato persone molto belle (e a volte molto brutte, ma sticazzi). Perderò vecchie abitudini, ne acquisterò di nuove e continuerò ad andare all’Altroquando le rare volte in cui mi va di vedere il genere umano che conosco e a fare un aperitivo di quelli milanesi ovunque ci porti il culo quelle volte in cui tornerò a Milano.

(e su questo a Renzi penso proprio che non chiederò nessun consiglio)

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